Lo psicologo è innanzitutto una persona che ha interesse per le persone. Non è un mago o un indovino, non legge la mente, ma ha seguito un percorso formativo che si rifà a una lunga tradizione di teorie e studi basati su metodi scientifici, validi e testati. La psicologia ha avuto origine dalla filosofia, ma ha poi intrapreso il suo cammino per distinguersi come una vera e propria scienza. Lo psicologo non è il medico dei pazzi, ma è quella figura sanitaria che si occupa di migliorare la vita e il benessere del paziente aiutando ad utilizzare il pensiero per la comprensione di sé stessi.
Lo psicologo è un professionista preparato e in grado di far fronte con competenza alle difficoltà poste dal paziente. Oltre ad avere una lunga formazione, deve essere in grado di metterla in pratica. Sono necessari un diploma di laurea in psicologia della durata di 5 anni (3+2), dopo i quali segue un tirocinio di un anno. Va quindi sostenuto un esame di stato, il cui superamento rende possibile l’esercizio della professione mediante regolare l’iscrizione all’albo della provincia di appartenenza e l’accettazione del rispettivo codice deontologico. Infine, per ottenere una specializzazione, è necessario frequentare e superare un percorso quadriennale di scuola e di pratica, associato ad un percorso personale psicoterapeutico. La psicologia è un settore medico sanitario, quindi chi ne fa parte ha l’obbligo di aggiornamento con i corsi previsti per la figura, in modo tale da garantire ai propri pazienti la giusta affidabilità e competenza.
Lo psicologo accoglie il paziente senza giudicare. Il paziente non è “malato”, ma sta vivendo un disagio, e in quanto tale va affrontato. Lo psicologo è in grado di definire il proprio approccio, le proprie competenze e le aree in cui può o non può intervenire. Non impone il proprio punto di vista, non suggerisce, ma semmai da spunti, accetta e aiuta il paziente a comprendersi meglio. Il compito dello psicologo è quello di dare un aiuto razionale a tutti quelli che mostrano precoci segni di malessere, mediante un approccio flessibile, basato sulle esigenze e adattato alla grande varietà di chi ne ha bisogno.
Lo psicologo può lavorare solo se il paziente è motivato: deve essere il paziente a voler effettuare la consulenza, non deve essere spinto da qualcun’altro. Il paziente è protagonista attivo, non un passivo fruitore di un intervento medico. Il percorso può essere lungo e può richiedere un dispendio di energia e di denaro. Se manca la motivazione, è statisticamente provato che il lavoro psicologico si interrompe prima del raggiungimento degli obiettivi e della presunta conclusione. Solamente se c’è motivazione può svilupparsi la fiducia reciproca, la collaborazione e il rispetto necessari, visibili e manifestabili ad esempio nella premura di informare eventuali ritardi, nel rispetto dei tempi di pagamento e nell’impegno nel lavoro psicologico.